Se c’è un settore che è stato fortemente colpito dall’emergenza sanitaria, questo è senza dubbio il turismo. L’avvio e la successiva accelerazione della campagna vaccinale hanno messo in primo piano una ripresa. Ok, non si parla assolutamente dei numeri pre pandemia, ma la crescita c’è. Quando la si chiama in causa, è necessario soffermarsi su alcune tendenze. Alcune di esse, sono diametralmente opposte a situazioni che, fino ai primi mesi del 2020, facevano da padrone. Scopriamo qualcosa di più in merito nelle prossime righe di questo articolo.
Disconnessione e intimità
Alzi la mano chi, durante le vacanze nel periodo pre Covid, non ha mai visto persone completamente rapite dallo schermo dello smartphone e intente a trovare il ristorante con la miglior media di recensioni su Tripadvisor? L’iperconnessione (e i conseguenti sintomi ansiosi dovuti alla mancanza di linea), a quanto pare, sta sempre più scemando (c’è chi, davanti a queste parole, potrebbe dire che, in qualche modo, ne abbiamo avuto abbastanza di vita virtuale).
Come si traduce tutto questo per il mercato del turismo? Nella ricerca, da parte dell’utenza, di mete intime e tranquille. Dati alla mano, si preferisce passare del tempo in mezzo alla natura piuttosto che scegliere il bistrot dove mangiare pensando a quanto sono instagrammabili gli interni.
In crisi la supremazia delle OTA
Prima che il Covid sconvolgesse le nostre vite, il mercato del turismo era stato investito da un cambiamento a dir poco notevole. Di cosa stiamo parlando di preciso? Dei numeri in crescita delle OTA (online travel agency).
La presenza delle strutture turistiche su portali come Booking era diventata una conditio sine qua non per avere prenotazioni. Questa supermazia sembra essere seriamente minacciata nel quadro attuale della ripresa del turismo. Sono infatti sempre di più gli utenti che stanno scegliendo, per prendere informazioni e per passare alla successiva prenotazione, di contattare direttamente i proprietari di alberghi e residence.
Sostenibilità
Da diversi anni ormai, siamo sempre più consapevoli dell’impatto che i nostri acquisti e, in generale, le scelte quotidiane hanno sull’ambiente. Questa tendenza investe anche il turismo e lo scenario della ripresa non smentisce la cosa.
Per rendersene conto, basta ricordare che sono sempre di più in Italia – ma anche in altri Paesi – le strutture che si impegnano ogni giorno per portare avanti il loro business senza dimenticare il rispetto della natura. Quali sono le modalità per perseguire quest’obiettivo? Diverse! Si va dall’utilizzo di prodotti locali a km 0 fino al ricorso, sempre più massiccio, alle energie rinnovabili.
Anche la mobilità ha un approccio sempre più rispettoso della natura. Per rendersene conto basta rammentare il boom del cicloturismo e, guardando in maniera esclusiva al contesto italiano, quello dei cammini. Il nostro Paese è ricco di percorsi che hanno alle spalle secoli e secoli di storia. Viverli in prima persona significa non solo optare per vacanze all’insegna del distanziamento sociale, ma anche toccare con mano luoghi dove il tempo sembra essersi fermato a secoli e secoli fa.
Una sfida appena iniziata
Il turismo, che ha perso circa quattro volte rispetto agli settori in pandemia, è davanti a una sfida appena iniziata. Per accoglierla nel migliore dei modi non è solo opportuno seguire le tendenze appena citate, ma anche curare aspetti come il customer care.
La vacanza, oggi come oggi, deve essere un’esperienza all’insegna della sicurezza. Fondamentale per raggiungere l’obiettivo appena citato è il lavoro sulla qualità del customer care. Rispondere in maniera chiara ed esaustiva sui social e via mail è un passo essenziale per fidelizzare l’utente per convincerlo a diventare ospite.
La stessa chiarezza deve essere messa in primo piano anche in merito alle norme igieniche adottate negli spazi della struttura (opportuno, nell’ottica di quanto ricordato poco fa, è impiegare prodotti sostenibili).